Editoriale
di Alessandro Vaccarone
Una navigazione difficile Ci stiamo avviando, o almeno così si dice, verso un mondo profondamente cambiato dalle crisi ancora non risolte, nonché da quelle in atto e da quelle che si ipotizzano come conseguenze degli epocali mutamenti geopolitici. Coloro che stanno fuori dalla mischia, perché protetti da stipendi e pensioni "sicure", continuano a prevedere scenari ed indicare soluzioni, collaborando così unicamente ad aumentare la confusione in atto. Manca una guida per il cambiamento e forse è giusto così, valutata l’incidenza di quelle che una volta si chiamavano variabili indipendenti ma che oggi (ed in prospettiva) devono essere rinominate variabili dipendenti dalla imprevedibilità dei sistemi economici, politici, finanziari, ambientali,ecc. ecc. Siamo quindi all’inizio di un viaggio alla scoperta di un mondo nuovo, nel quale difficilmente si potranno prevedere, almeno nel breve e medio periodo, lunghi periodi di stabilità. Alla partenza, vista con gli occhi di chi fa impresa, sono presenti flotte eterogenee: grandi navi mercantili, navi da combattimento, veloci battelli corsari, motoscafi d’altura mascherati da tranquilli pescherecci, barche a vela, barche a remi, canoe con un solo rematore. Immaginiamo una regata competitiva, nella quale però non ci si batte contro quelli della propria stazza, ma tutti contro tutti! ...CONTINUA
La Redazione
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Dalle capanne agli hotel a sette stelle, resta il bisogno di intimità e il desiderio di casa Ogni uomo che abbia costruito una casa ha anche contribuito a scrivere il più completo libro di storia sul progresso dell’umanità. Il passaggio dalle caverne alle dimore molto attrezzate di oggi è scandito da tempi, epoche, accadimenti singolari che hanno segnato l’evoluzione culturale degli uomini di cui i modi di costruire e abitare sono testimonianza.
Il rapporto tra uomo e ambiente si è modificato lentamente ma inesorabilmente, le nostre condizioni di vita sono del tutto diverse da quelle dei nostri nonni, molte cose del passato sono andate perdute, molte altre acquisite (e come ci piacciono!) per il progredire della scienza e della tecnologia che ha permesso all’uomo di girarlo in lungo in largo e quindi possedere il mondo intero.
È probabile però che il primo uomo che all’imbrunire si rifugiava in una caverna o in una capanna cercasse la stessa intimità che anche noi moderni cerchiamo quando rientriamo a casa. Anche i ripari primitivi, le più precarie costruzioni di pietre o rami d’albero, oltre che assicurare protezione dalle intemperie dovevano essere in grado di dare quel senso di intimità che si prova nel rientrare nella propria tana.
Poi venne l’architettura... a volte con i suoi eccessi e i narcisismi di qualche architetto. Eppure, la storia della cultura umana ha continuato ad essere la storia del suo modo di abitare, la cui evoluzione è segnata,in ogni epoca, dall’affermarsi di soluzioni innovative, per rispondere a nuove necessità di protezione o per sottolineare differenze sociali. Nel tempo, però, ogni soluzione architettonica ha riservato spazi sempre più importanti all’intimità del singolo e della famiglia e ci siamo abituati ad ambienti confortevoli e intimi che ci vorremmo portare sempre dietro, anche in viaggio per affari o turismo. E non c’è globalizzazione che tenga, dopo aver girato per il mondo, stretto accordi commerciali in più continenti, raggiunto le mete turistiche più esotiche, la sera rientrando in albergo fa piacere entrare in una camera confortevole come quella di casa nostra. L’uomo non ha perso l’originale desiderio di rientrare a casa a fine giornata.
Per sentirsi bene, come a casa nostra, il lusso non basta, la sua ostentazione nemmeno, occorre qualcosa di più. In fondo basta un’idea semplice: essere a casa, lontano da casa! Cioè poter trovare un habitat che, seppure di passaggio, come un albergo, possa consentire a chi vi trascorre anche una sola notte la sensazione di intimità che soltanto la propria casa può dare.
La nascita degli hotel a “sette stelle”, superando di slancio i limiti del lusso, crea un’attrazione potente per l’immaginario di molti, anche per coloro che non vi accederanno mai, superando di slancio anche l’anonimato di luoghi che offrono semplicemente un riparo per la notte.
Negli alberghi costruiti per dare a chi viaggia la concreta sensazione di essere “a casa lontano da casa”, ogni cosa è progettata perché ognuno possa pensare che sia sua e che l’abbia lui stesso scelta e messa in quella posizione. Magari perfino con la tentazione di portarsela via.
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