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  • Editoriale



    di
    Alessandro Vaccarone

    Una navigazione difficile


    Ci stiamo avviando, o almeno così si dice, verso un mondo profondamente cambiato dalle crisi ancora non risolte, nonché da quelle in atto e da quelle che si ipotizzano come conseguenze degli epocali mutamenti geopolitici. Coloro che stanno fuori dalla mischia, perché protetti da stipendi e pensioni "sicure", continuano a prevedere scenari ed indicare soluzioni, collaborando così unicamente ad aumentare la confusione in atto.
    Manca una guida per il cambiamento e forse è giusto così, valutata l’incidenza di quelle che una volta si chiamavano variabili indipendenti ma che oggi (ed in prospettiva) devono essere rinominate variabili dipendenti dalla imprevedibilità dei sistemi economici, politici, finanziari, ambientali,ecc. ecc.
    Siamo quindi all’inizio di un viaggio alla scoperta di un mondo nuovo, nel quale difficilmente si potranno prevedere, almeno nel breve e medio periodo, lunghi periodi di stabilità.
    Alla partenza, vista con gli occhi di chi fa impresa, sono presenti flotte eterogenee: grandi navi mercantili, navi da combattimento, veloci battelli corsari, motoscafi d’altura mascherati da tranquilli pescherecci, barche a vela, barche a remi, canoe con un solo rematore.
    Immaginiamo una regata competitiva, nella quale però non ci si batte contro quelli della propria stazza, ma tutti contro tutti!

    ...CONTINUA


    La Redazione

    Redazione: tesoriditalia@mediael.it
    Pubblicità: advertising@mediael.it
    Contatti: magazine@mediael.it


    Editore: Media-El
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    Piazza C. Golgi, 19/d
    16011 Arenzano (GE) - Italia
    P.IVA 03123540100
    tel. +39 010 9131030
    fax +39 010 9131030


    Tutti i diritti riservati Media-El S.a.s.




    Dobbiamo scegliere tra l’economia delle cose e quella dei valori


    Ogni accadimento della nostra vita ha un perché ma ha anche uno scopo.
    La nostra esistenza è costellata da segnali, che provengono dal corpo se ci riguardano come individui, dall’ambiente se interessano la nostra collettività.
    La mitologia e la storia dell’uomo sono caratterizzate da avvertimenti che la natura o lo stesso contesto sociale inviano perché gli uomini prendano consapevolezza della propria precarietà e non proseguano su strade che conducono inevitabilmente al disastro.
    Gli ultimi anni sono stati caratterizzati da grande incertezza e proprio nei giorni attuali sembra imminente il pericolo di default di nazioni e lo spettro di impoverimento di moltitudini di persone, che andrebbero ad aggiungersi a quelle che bene non sono mai state.
    Soggetti come i mercati finanziari, le agenzie di rating, i vari G7, G8, G20, le borse che salgono e scendono sembrano sempre di più forzature senza senso, oppure strumenti in mano a pochi che stanno giocando con i destini di miliardi di persone.

    Due fatti mi preoccupano, come individuo e come imprenditore con responsabilità sociali.
    La globalizzazione, che nessuno ha ben capito che cosa sia se non la spinta distruttiva a produrre più cose di quelle che servono ai pochi che le possano acquistare, mentre fame e disperazione sono ancora endemiche in buona parte della terra.
    E poi, lo sradicamento di intere popolazioni dai luoghi di origine, private di memoria e radici in cambio dell’illusione che acquistando il voluttuario saranno felici e vivranno in eterno.
    Già, credo che il tema da portare all’attenzione di ciascuno di noi sia proprio il destino degli esseri umani. Di tutti.

    La coesistenza di cose e valori ha caratterizzato da sempre la vita degli uomini, fino a considerarli inscindibili, quasi che l’uno non potesse essere senza l’altro.
    L’uomo, fatto di materialità e spiritualità, ha riprodotto ovviamente tali condizioni nella costruzione progressiva del mondo che lo ha circondato, mantenendo però un equilibrio che ha consentito il cammino dell’evoluzione fino ai giorni nostri.
    Ma la creazione di una realtà virtuale, fatta di cose senza senso, come la produzione di carta a mezzo di carta, come i mercati finanziari, le agenzie di rating, i riti della politica sempre meno rispondenti al bisogno di guida dei popoli, perché celebrati da soggetti sempre meno capaci di porre i valori sopra le cose, sta devastando, sia il mondo fino a ieri definito avanzato, sia i presupposti di affrancamento dalla miseria dei popoli meno fortunati.

    L’analisi appare semplice, nonostante la gravità di ciò a cui impotenti assistiamo, ma sembriamo incapaci di vedere un progetto di futuro, di ritrovare la via dei valori che hanno costituito l’ossatura portante delle società.
    Anche noi produciamo e vendiamo cose! Anche noi competiamo per guadagnare uno spazio per i nostri prodotti e per la nostra realtà.
    Ma vediamo il mercato come luogo di incontro e non di scontro.
    Di competizione leale e non di guerre senza regole.

    Produciamo e vendiamo prodotti, certamente, ma abbiamo scelto la via dei valori di appartenenza, di qualità, valori esperienziali e simbolici, non puramente virtuali e finanziari.

    Parliamo di casa da abitare consapevolmente, crediamo di soddisfare esigenze concrete e non bisogni fittizi, siamo certi di utilizzare gli strumenti del marketing per favorire l’informazione e la comunicazione di valori, per stimolare la discussione, anche critica e non per usare le persone esasperando il richiamo del consumo.
    Il valore del lavoro delle persone è per noi più forte del valore del brand.
    Non scendiamo a compromessi sulla qualità reale, mettendo in guardia da quella percepita, ultimo inganno della comunicazione assoldata dal consumo per perpetuare i suoi riti.

    Siamo alla vigilia di una scelta, perché le cose materiali ed i valori non possono più procedere insieme. Presto entreranno in collisione e Dio non voglia che siano i valori a soccombere.